Gravanago

Gravanago è un tipico esempio di insediamento di sommità. La sua struttura planimetrica originaria era di tipo avvolgente ad occupare la sommità del colle. Nella tradizione orale si ricorda la presenza de “il castello” attualmente, però non vi è traccia di resti delle antiche fortificazioni. L’abitato sarebbe di origine molto antica, sicuramente precedente all’epoca Romana. Secondo alcuni studiosi, infatti, la desinenza finale “–ago” del toponimo sarebbe tipica della lingua celtica. L’antichità del luogo è confermata dalla presenza della famiglia dei conti di Ruino di antica nobiltà. Il termine Ruino era diventato una sorta di cognome che richiamava il luogo di provenienza della famiglia situato nelle vicinanze. Tra la fine del Duecento e l’inizio del Seicento sono documentate alcune varianti del cognome originario. Inizialmente compaiono in atti pubblici i “Ruino di Montepico”, in seguito troviamo i “Ruino di Gravenago, o Gravenato”; e , infine, i “Ruino de Gravenate” che si erano stabiliti a Gravanago.

La prima menzione del luogo risale all’anno 774 in un atto riguardante un fondo rurale situato in “loco ubi dicitur Gravanate”, a quelle data il territorio di Gravanago era, con tutta probabilità, compreso nelle pertinenze della cella di Memoriola. Nel 950 il luogo faceva parte del contado di Tortona che era compreso nel marchesato della Liguria Orientale. Nei documenti della prima metà del secolo XIII risulta menzionato l’oratorio di San Giovanni Battista in Gravanago. Tra il 1272 e il 1319 il borgo era sotto la signoria dei nobili Ruino. Alla fine del secolo XIV esso era sede di notai iscritti al collegio di Pavia. L’elenco notarile era aggiornato ogni anno; nel mese di marzo da Pavia veniva inviato nei diversi luoghi del principato un pretore, che aveva il compito di raccogliere i nominativi dei notai che vi rogavano. Questa professione era molto ambita perché assicurava la nobiltà gentilizia. Fatte le debite proporzioni la sua funzione era simile a quella attuale: ovvero rogare degli atti che sancivano ad esempio l’affitto o la compravendita di terreni, i rapporti di successione, le volontà testamentarie; e più in generale atti notarili che sanzionavano determinati rapporti tra i contraenti, vincolando gli stessi a rispettarli, specificando i rispettivi diritti e doveri. La diffusione dei notai anche in luoghi minori può essere legata alla difficoltà di effettuare spostamenti su distanze anche relativamente brevi. I notai che attestavano il falso nei loro atti erano esposti al disprezzo pubblico e rimossi dal collegio notarile di Pavia, questo a tutela dei diritti dei cittadini che ad essi si rivolgevano. Nel registro notarile, che porta il titolo: “Notarij forenses in Ultrapadum“, sono riportati i nomi, qui omessi per brevità, di undici notai che esercitarono la loro funzione a Gravanago tra il 1399 ed il 1483. Essi appartenevano tutti alla famiglia dei nobili Ruino, che per quasi un secolo ebbe il privilegio di assicurare la sede notarile alla propria terra.

Nel secolo XVI la famiglia dei de Ruino era una delle più eminenti del contado ticinese: nel 1546 i nobili Ruino di Gravenato e di Monte Pico furono chiamati a far parte del Consiglio generale del Ticinese, cui appartenevano anche alcuni membri della famiglia Malaspina. Era questo una sorta di parlamento che si riuniva in Pavia, da cui venivano scelti gli amministratori della città e di tutto il territorio ticinese, comprendente anche l’Oltrepò: il pretore di Pavia, il magistrato dell’annona, il giudice delle vettovaglie, ed altri. Per poter entrare a far parte di tale consiglio occorreva quindi possedere adeguati titoli di nobiltà che erano attentamente vagliati.

Con l’affermarsi della signoria viscontea Gravanago, pur rimanendo una entità amministrativa autonoma, seguì le sorti della vicina Fortunago. A partire dal 1546 risulta indicato negli atti pubblici il “quarto di Gravanago” che faceva parte della Giurisdizione di Fortunago sotto la signoria dei marchesi Malaspina. La prima misurazione catastale del territorio del comune fu effettuata nel 1723 sotto la dominazione austriaca. Nel 1796 la Giurisdizione di Fortunago, di origine feudale, fu abolita. A causa delle sua esigua estensione e del ridotto numero dei suoi abitanti il comune di Gravanago fu soppresso ed il suo territorio compreso in quello del comune di Fortunago.

Luigi Elefanti

Stemma dei nobili Ruino di Gravenago (L. Elefanti)

“Mappa ridotta” alla scala 1:8000 del comune di Gravanago, anno 1723

L’ingresso del paese

L’oratorio di San Giovanni Battista

La torre campanaria dell’oratorio