Villa Cavalieri e Villa Galeazzi

Lo schema edilizio di questi insediamenti è di tipo lineare e le motivazioni che ne hanno permesso la nascita vanno ricercate nella necessità di occupare il territorio lungo la pista di crinale, forse in tempi appena successivi agli insediamenti di sommità di Scagni, Fortunago e Gravanago.

La frazione Villa dei Cavalieri o Costa dei Cavalieri si chiamava anticamente “Cavalarigo”. Ritorna in tale toponimo il suffisso “-igo” che suggerisce un’origine celtica del nome. L’abitato avrebbe, quindi, origini preromane. Cavalarigo è citato in un documento datato 1005 tra i beni di cui Bosone signore di Nibbiano dona le decime ai canonici della Cattedrale di Piacenza. I beni di Bosone toccarono, in seguito, al diacono Gerardo, di legge longobarda. Questi nel 1029 fece testamento lasciando la maggior parte dei suoi averi al marchese Ugo figlio di Oberto progenitore dei Malaspina. Nel testamento sono citati, fra gli altri, “Cavalarigo”, “Pollinago” (Polinago), e “Monte Pico” (Monte Picco). Questi luoghi facevano capo alla corte di Ruino ed ecclesiasticamente erano compresi nella Pieve di S. Zaccaria. In un documento del 1275 risulta nominato un luogo detto “la Costa”, identificabile con il vecchio Cavalarigo, anche nelle antiche mappe e nell’atto costitutivo della Giurisdizione di Fortunago, datato 1548, l’abitato viene indicato con questo nome. Nei documenti relativi al primo catasto austriaco (sec. XVIII), si trovano menzionate le località: “Costa de’ Cavaglierie “Costa de’ Galeazzi”, e i due paesi sono ben differenziati nelle mappe di inizio Settecento.

Il tessuto edilizio di questi due centri è formato da serie più o meno parallele di abitazioni allineate secondo la direzione del percorso al quale sono legate. In origine non erano presenti elementi di differenziazione urbanistica come piazze, castelli o chiese. L’impianto edilizio e la posizione sopraelevata caratterizzano visivamente il territorio su cui questi centri si insediano, sottolineandone al contempo l’origine e la vocazione agricola. Villa Cavalieri e Villa Galeazzi hanno subito nel secolo appena trascorso una certa espansione, saldandosi insieme attraverso la creazione di quei servizi che hanno permesso a due semplici aggregati rurali di costituire un paese vero e proprio: la chiesa, la scuola, il negozio, e l’osteria.

Le cartoline esposte visualizzano l’evoluzione degli abitati nel Novecento.

Luigi Elefanti, Ortenzio C. Elefanti

Bibliografia

AAVV Fortunago, Storia di un borgo oltre il Po, Fortunago 2007

Silvia Lusuardi Siena, Memoriola Mormorola.
Riscoperta di una parte dell’Oltrepò Pavese. Materiali per la storia del popolamento nel territorio di Borgoratto Mormorolo
Varzi 2006.